sabato 25 dicembre 2010

Senza titolo

Guardami sempre così

Senza titolo

voglio stabilire distanze infinite tra di noi
voglio seminare chilometri di non conoscenza
voglio dimenticarmi delle unghie e del rossetto

voglio ricordarmi chi sei

e cancellare ogni traccia di noi

voglio eliminare la storia

il sale
il dolore
la gioia

sabato 18 dicembre 2010

Ti amerei

Vorrei amarti
e non sarebbe facile
Vorrei che mi amassi e non sarebbe difficile.

Ti amerei

Guardami negli occhi
e se non troverai amore
guarda con gli occhi miei


lunedì 29 novembre 2010

Parole confuse e silenzi senza fine, pensieri scricchiolanti su sottili patine di ghiaccio

Se è vero che poi,
alla fine,
vivere è
solo ricercare attimi perfetti come questo e
vederli morire,
posso ben dire che ho vissuto.

Posso ben dire che ho amato.

Incontrarti
e saperti
come mai
prima d'ora
mai più mia.

Cercarti nelle scie di profumi sbagliati.

Nelle nebbie delle incertezze e vedere,
finalmente vedere:
che tutto è finito
ed io, cieco fino allo strenuo, incendio le distanze.

C'è sempre un attimo di estrema e rara bellezza,

quasi perfetta, nel perdere un amore.
E' il dolore perfetto e senza eguali che ti rende diverso, inutilmente diverso.
E' la consapevolezza perfetta ed inutile che cala il sipario sulla recita senza memoria.


Se è vero che ho vissuto.

Se è vero che ho amato.
Se è vero che quest'attimo muore.
Smetterò d'amarti forse un giorno.
Non adesso però.

domenica 14 novembre 2010

Mi sei scoppiata dentro al cuore

Era
solamente ieri sera
io parlavo con gli amici
scherzavamo tra di noi
e tu e tu e tu
tu sei arrivata
m'hai guardato e allora
tutto e' cambiato per me
Mi sei scoppiata dentro al cuore all'improvviso
all'improvviso non so perché
non lo so perché all'improvviso
all'improvviso
sarà perché mi hai guardato
come nessuno mi ha guardato mai
mi sento vivo all'improvviso per te
Ora
io non ho capito ancora
non so come può finire
quello che succederà
ma tu, ma tu, ma tu
tu l'hai capito
l'hai capito ho visto
eri cambiata anche tu
Mi sei scoppiata dentro al cuore all'improvviso
all'improvviso non so perché
non lo so perché all'improvviso
all'improvviso
sarà perché mi hai guardato
come nessuno mi ha guardato mai
mi sento viva all'improvviso per te
(Mina...
e come suggerito giustamente
onore al merito anche all'autrice Lina Wertmuller su musica di Bruno Canfora)

giovedì 28 ottobre 2010

nascondere

Non riesco a  nascondere  che 
nascondendomi e mentendo
Finisco per mentire
A te 
in secondo luogo
Perché per primo
Mento a me
Incapace ormai di nascondere
Quello che provo per te
Quando sto senza te

mercoledì 27 ottobre 2010

Nient'altro che lei

ti allontani
fingi
ti stupisci
non ci pensi
te ne rallegri
ti complimenti
maturo finalmente
la fuggi
distogli
non guardi

dici

son felice
non esiste, non c'è
era nulla
era niente
era che

poi la incontri

per sbaglio
per coincidenza
per sfortuna
un abbaglio
il destino
un sorriso e...

Non c'è niente altro che lei.

lunedì 25 ottobre 2010

Patrizia

Fai ridere una donna e sei già a metà dell'opera.
(Romanzo Criminale, la serie.)

mercoledì 20 ottobre 2010

Bastava uno sguardo (?)


Un uomo allo sbando
Che brancola cieco
Che serra la luce
Sul mare
La pelle
Una stanza, un albergo
Il mondo a tre stelle

Un uomo nel panico
Che studia l'errore
Che sega la vita
Insegue l'odore
D'un corpo che nega e regala
Piacere e dolore
Come fosse un dovere
Come fosse un amore

Un uomo solo
Una disperazione
Un istante dolce
Un baratto forzato
Il baratro
La perdizione

Un uomo finito
Che danza ubriaco
Scalzo
Ferito
Scaglie di cioccolata
Sulla strada di casa
Una porta sbarrata

Non amarmi, non amarmi mai più.
Bastava uno sguardo, uno sguardo non venne.

lunedì 18 ottobre 2010

Quanto ti ho amata

E allora ti dico che se deve essere sia.
Ma tu ricorda sempre quanto ti ho amata.
Ricordalo in queste nere mattine
e nel letto vuoto,
nella luce che al buio cerchi con la mano tremante
di pianto e dolore
Ricordalo nel riflesso dello specchio
mentre muovi amara
lo spazzolino sui denti.
Ricorda quando ti baciavo le labbra secche di sonno,
gli abbracci in sottana
e le lacrime di gioia per la pancia che nasceva.
Se deve essere sia,
ma mai e nemmeno per un solo istante
quando la delusione t'imbriglierà in inganno
dimentica quanto ti ho amato.

Ricorda quanto ti ho amata

e cercata e voluta.
Ricorda il gelo delle assenze,
le strade evitate,
gli incontri casuali.
Il profumo dei biscotti nella stanza colorata,
le camicie piegate e le foto nascoste.

Se deve essere sia, sono pronto.

Ma quando gli occhi secchi odieranno
se stessi
nella completa assurda e crudele
incapacità di vedere che io 
con le stesse
mani 
e nello stesso modo
ti abbraccio 
e ti amo
come se mai nessun treno
m'avesse rapito e portato devastato ucciso,
allora ricorda,
ricorda queste nere mattine,
la mano tua nelle mie,
le grasse nuvole lontane,
l'amore di quando ti dicevo

Ricorda quanto ti ho amata.

Bimbo mio

Professò, ma è sicuro?
Sorride sarcastico mentre la stanza gli si stringe attorno soffocondalo con le pareti di carta sofisticata, i quadri appesi al collo.
Poi si sforza di respirare.
Trattiene le lacrime.
Sii forte, si ripete.
Il camice bianco lascia partire un braccio che indica una macchia sul monitor.
E' uno spruzzo di colore, che male può fare.
Poi con la montblanc descrive un cerchio tutt'attorno.
Scuote la testa e poggia gli occhiali sulla scrivania.
Quanto? chiede imperterrito.
La risposta si autosospende per la vergogna.
Fuori il vento di tramontana d'un fin di settembre inusuale sferza i platani che si appoggiano al balcone.
Prova ad alzarzi ma le gambe cedono.
Si ritrova in ginocchio tremante.
Non so dirle, tre mesi, due, cinque massimo.
 
L'espressione non cambia: chissà quante volte avrà reciso la vita con il taglio d'una parola.
E adesso che faccio?
Una domanda nota.
La sera invade la stanza disadorna.

Nelle cuffie il Califfo canta Bimba mia.
Fine delle trasmissioni.
Au revoir

Ottobre
Un viaggio in treno, tremante di speranza.
Il ritorno mesto e sconfitto.
Aprono e richiudono, lo schizzo non è estirpabile.
Buona fortuna amico mio.

venerdì 15 ottobre 2010

Per fortuna che oggi è venerdì

Bisogna essere in tre

Io lei ed il mal di testa

Io lei e quanto sono stanca
Io lei e il mal di pancia

Io lei e quanto c'ho sonno

Io lei ed il cuscino
Io lei ed il bambino

Non fare così, lo sai che ti adoro

Non fare così che devo andare a lavoro
e non c'è tempo (non c'è mai tempo)
ma pure tu mi manchi tanto

Bisogna essere in tre


Io lei e tu che fai l'offesa

Io lei e bisogna fare la spesa
Io lei e la lavatrice
Io lei e i nostri musi
Io lei e i panni stesi

Bisogna essere in tre

Poi un giorno, d'un tratto, siamo solo io e lei
e tu...
Tu non ci sei.

Non fare così che c'ho le cose mie...

(leggasi come racconto)
 

mercoledì 13 ottobre 2010

Una corsa

Come promesso gli porto il Chianti d’annata e la Grappa di Brunello.
Doni gentili di cordiali clienti.
Rapidamente lo saluto, ciao papà, se sentimo dopo.
Comincio a camminare veloce mentre aziono gps e playlist.
Svolto al discount e comincia a piovere.
Lascio che il programma sul bb che ho scaricato
st’estate mi faccia da guida: non credo di poter condurre tutto l’allenamento
considerando che sono trenta giorni che non esco.
La pioggia s’infittisce quando guadagno il lungomare.
Non riesco a descrivere la bellezza del cielo che accarezza il mare quasi
piatto: il più dolce invito per l’ingresso della sera.
Un aereo vola apparentemente così basso da specchiarsi sul grigio ondulato.
Piove.
Cominciano i dolori ma devo spingere per  cinque minuti di andamento allegro.
Dal nulla mi si affianca una ragazza.
Dice, è mezz’ora che ti cerco, forza, seguimi.
Mi si para davanti  mezzo metro che diventa subito un metro buono causa
meraviglia affannata.
Mi sforzo di seguirla.
Chissà con chi mi ha confuso.
Si gira alla mia sinistra e fa, dai, Massi, metticela tutta.
Massi? Mi conosce così come io non la riconosco.
Mi attacco all'orgoglio mentre detta un ritmo che non posso seguire.
Almeno non a lungo.
Il programma mi suggerisce di frenare in zona blu.
Ma come faccio?
Intanto le nuvole aprono il portone.
L’oscurità e la pioggia s’infittiscono.
Ho gli occhiali ormai inservibili che alzo sulla fronte.
La seguo ancora cercando di non pensare inchiodato invece dal non sapere.
Si prosegue per un bel pezzo: giriamo al porto con una curva stretta tra la pista ciclabile chiazzata di sabbia molle ed il secchio dell'immondizia.
Adesso passiamo Anema e Core, impossibile, sto volando attaccato ad un culo veloce e inarrivabile.
Ho dei leggeri capogiri ma se cedessi il mondo mi travolgerebbe.
Ora siamo sul pontile e si gira ancora una volta per sorridere.
Non vedo niente che mi possa aiutare, anzi il buio copre ogni particolare.
I capelli sono legati a cipolla, forse biondi, forse riccioli.
L'abbigliamento, l'andatura, la postura denotano conoscenza, forse una professionista.
Ad ogni modo sono giunto al limite.
Compio l'ultima fatica accellerando e affiancandola.
Senti, le faccio, grazie ma non ce la faccio più...
Lei rallenta, ok, dice, io proseguo ancora per un pò. Domani no, non esco. Venerdì stessa ora. Ciao.
Mi siedo sul muretto, le spalle sulla ringhiera già arrugginita. Ho una palma rinsecchita che mi prende per il naso.
Chiudo gli occhi.
Bacetto sulla guancia, venerdì, ricordati e vola via.

Il cuore batte nella gola, le tempie mi martellano, i polpacci sono duri da morire.

E la strada per la cena è ancora lunga.

martedì 5 ottobre 2010

Intorno al fuoco

Era così bella che il cuore claudicava: sentivo corto il respiro nella gola riarsa.
Lei ballava scalza.
Zampilli d'anemico sangue le stelle sul mare nero.
L'estraneo oscuro manto applaudiva discreto sostenendo con le ampie spalle cumuli spettatori silenti.
Mi fissavo sulle labbra  e poi sulla fronte supplicando un fortuito incrocio.
Intorno al fuoco incedeva con saltelli gentili.
Musiche suadenti, drappi, gonne, sete danzanti.
Carezze di vento.
Lui la teneva stretta al guinzaglio d'uno sguardo inequivoco: muto, ammirato e padrone.
La storia era semplice.
Amavo i suoi capelli, il sale, il mento fiero.
Amavo il pozzo profondo dei suoi noti pensieri.
Amavo il lento divenire della verità che prendeva forma nel riflesso dei suoi occhi lontani: mia mai.

Sorrisi e applausi come fiaccole e battito d'ali.
L'estate si spegneva nelle candeline della mimosa.

La vidi scomparire nel buio solo un attimo dopo il bacio ripetuto sulla guancia:
non posso altrove, ma ti bacio sul cuore.

Poi calde lacrime dal cielo, il tuffo tutti insieme, vestiti e nudi, gli abbracci prolungati.
Carta di vetro a lisciarmi le ferite.

giovedì 30 settembre 2010

Come vorrei che fossi mia

COME VORREI CHE FOSSI MIA

Nei momenti dell'amore
nei giorni di stanca
quando percorro il tuo sentiero
quando l'aria mi manca.

Vorrei che fosse mio quando piange il tuo viso
la lacrima d'una sorpresa
la furia sdegnata
la schiena che volgi
la lotta e la resa

Come vorrei che fossi mia
quando ti accarezzo i pensieri
quando mi guardi le mani
e mi prometti il mondo
mentendo con pudore

Vorrei che fosse mio il tuo mento
il sopracciglio che muovi
quando nascondi un desiderio
la tasca che svuoti
quando non mi prendi sul serio

Come vorrei che fossi mia quando mi ascolti
e mi lasci straparlare
l'attimo che rimane
prima che senza dire
mi baci ed il silenzio dei corpi

Vorrei che fosse mia la tua bocca
il cuore
il vaso
la coperta
e il futuro

Vorrrei che fosse mio il cielo che ti colora
gli occhi che cangiano
il riflesso che irradia
il sogno che nasce
la notte suicida
l'alba che splende trionfante

Come vorrei che fosse mio il tuo viaggio
la preparazione e l'attesa
l'aria che trepida
l'arrivo
la meraviglia
la scoperta

Vorrei che fosse mia la stella
la bruma
la magia

martedì 28 settembre 2010

Centopensieri

Centopensieri
il primo è per lei
gli altri
novantanove
semplici
scalini

le sei
cinque ore senza
non è assenza
semmai mancanza

Basta uno sguardo
a volte
e ti prende la mente

Vuoi sapere
perchè ieri un pianeta distante
adesso un attimo costante

E allora pensi

Quei due minuti
Intensi
Quasi violenti
Il mondo che scompare
Il mondo che
si rivela
In tutta la sua
Bruttezza e bellezza
Onore e pena
Come una vela
di ritorno dalla luna
La luce improvvisa
Il buio profondo
Quei due minuti
Così intensi
Così violenti
Come un fortunale
Come un arcobaleno

Io che dimentico di esistere
Perché vivo
Finalmente vivo

mercoledì 22 settembre 2010

Lenta mente

Non comprendevo a pieno la tristezza che respiravo attraverso gesti quotidiani e conosciuti:
la marmellata sulla fetta biscottata, l'acido leggero dello yogurt sulla lingua, l'infusione lenta del the.
Poi un profumo, il giorno che si fa rosa nel buongiorno altrui.
C'è sempre una certa differenza tra leggerti e non leggerti,
tra averti e cercarti.

lunedì 20 settembre 2010

Il quinto giorno

Il quinto giorno se ne rese conto
Finalmente
Dolorante
L'amava
Spasmodicamente
 
Rovinosamente
Perduta
Le mandó un messaggio
Invano
Le scrisse una lettera
Invano

Il suo cuore aveva venduto
Un uomo che lo comprò senza esitare
in un panno di velluto blu lo avvolse.
Nascosto nel vano segreto
Del rosso carrettino
Il collezionista di attimi
partì.

Il viaggio sarebbe stato lungo

L'isola avrebbe atteso
Con dolce pazienza

La risacca

scandisce
l'attesa

Pianse

Disperatemente
Nuotó
Le bracciate si fecero vieppiú
Impossibili

Desistette

E sul dorso si abbandonó
La deriva lo condusse leggero
Al delimitar d'una nera spiaggia
Oltre
le prime luci della sera.

Più non la rivide

Ed ovunque la cercó.
Il quinto giorno se ne rese conto
Dolorosamente
L'amava
Rovinosamente
perduta.

sabato 18 settembre 2010

Il cielo azzurro di settembre

Secondi come millenni
una spada di sole sulla fronte
le ombre lunghe nascoste
sui passi affrettati
Non perdere tempo
era avere tempo
I sogni scivolati via
come zucchero sulle chiacchere di carnevale
quello che rimaneva era sempre insipido
quando mi lasciavi le mani
il clangore sulle inferriate
una porta aperta
la vita richiusa
dentro

C'era il vento caldo di agosto sul cielo azzurro di settembre
c'era una musica
come solo il mare
come solo la spuma
come solo un bacio

Restavamo in silenzio a guardarci
a giurarci l'eterno
legati da un abbraccio senza sonno
ma che doveva
l'ora stabilita
l'ora tiranno

E l'ultimo era sempre più doloroso
come una crosta sollevata
goccioline d'amore ribelle
a tracciare una via
immaginare una vita

Io non sapevo come,
l'orchestra omaggiava la sera
con fiori di note inattese
tu mi cullavi
dentro
senza paura.

venerdì 17 settembre 2010

Stasera

(Stasera l'amore ha il sapore acido del dolce andato a male)
 
Pensieri come lame
Tagli 
fogli di carta
Inchiostro e sale
Righe sottili che tranciano
Desideri
Svaniti

Fame

Buio
Corde che si stringono
Per l'ultimo nodo
Che non saprai perdonare

Mi dici addio piangendo

Perché addio
Lo dico a noi e non a te

Fame

Buio

venerdì 10 settembre 2010

Il punto di rottura.



Io ti incendierei,
io ti abbatterei,
io ti dimenticherei:
ah, se solo potessi
come mi accanirei.
Pala e piccone,
maleeppeggio e mazzetta,
ogni singolo foratino
sbriciolato,
insacchettato 
trasportato,
annullato.
Io ti brucerei,
io ti cancellerei,
se solo potessi
ti sbrandellerei.

Ti rapirei l'aria,
ti sottrarrei la luce,
sotterrerei i ricordi
svuoterei le acque.
Ah, se solo potessi
ti devasterei,
inquinerei,
assorbirei,
maledirei.
Se solo potessi
ti chiamerei.

sabato 4 settembre 2010

Se mai


Se mai ti chiedessi dove corro quando accanto a te non trovi che lenzuola appena sgualcite.
Se mai ti chiedessi cosa vedo quando il cuore ancora riposa.
Se mai ti chiedessi dove nasco rinasco muoio e sopravvivo.
Se mai ti chiedessi dove sono tutte le volte che non ci sono.
Se mai volessi cercarmi.
Se mai volessi trovarmi.
Se mai volessi nuotare con me,
se mai volessi volare con le mie stesse ali.
(Perchè è da questa parte che si guarda...)

giovedì 2 settembre 2010

Δώσ' μου πίσω την καρδιά μου

Δώσ' μου πίσω την καρδιά μου
δώσ' μου πίσω την καρδιά

να την πιάσω να τη σκίσω
σε κομμάτια μια φορά
να μη σ' αγαπάω πια

mercoledì 1 settembre 2010

Volevo chiamarti

Volevo chiamarti,
pattinare veloce sul lago ghiacciato che ci separa da un pò.
Ho cercato il numero, sebbene lo ricordi a memoria.
Per non sbagliare o per cercare del tempo.
Ho aspettato che suonasse due volte e poi ho riagganciato.
Ho pensato che se scompari è per non farti trovare.
La mia ricerca oltre che vana sarebbe stata senza rispetto.
Ho pensato a quanta vita ci sia sotto lo strato che vedo e che non devo sapere.
Semplicemente perchè non vuoi.
O non puoi.
Volevo chiamarti,
navigare sul mare che ci separa un'illusione di qualche minuto.
Come se potessimo essere vicini.
Ho cercato il numero, sebbene lo ricordi ancora.
Per non sbagliare o per cercare del tempo.
Ho aspettato che suonasse due volte e poi ho riagganciato.
Come sai.
O come sospettavi.
Poi ho pensato che se scompari è per farti trovare.
Di una fuga continuerò sempre ad amarne le tracce.
Ho pensato che forse non dovevo.

lunedì 30 agosto 2010

30 Agosto 2010

30 Agosto

Cose non dette
le tasche di un pensiero
La sabbia umida della sera
sulle passerelle di legno
il buio all'orizzonte
il sale nell'aria
lucine tremolanti

Stelle appena accese

la fine dell'estate
un amore che ritorna
la scia d'un profumo

L'idea d'un viaggio

un fiore regalato
una bottiglia di vino
una voce
un ricordo

Una lettera

Una scatola di matite

giovedì 26 agosto 2010

Crudele - Per favore non piangere

Per favore non piangere.
Sono sempre con te,
anche quando ti sembrerò così distante che stenterai a trovarmi.
Perchè ti sono dentro
in quella maniera che solo tu conosci.

Per favore non piangere perchè ti amo
ed è solo perchè ti amo
che me ne vado.
Lascia che suoni ancora quella canzone che adesso ti strugge l'anima.
Per favore non piangere.
Adesso che la nebbia cala sul mare piatto
adesso che è sera
adesso che
adesso.

Per favore non piangere, sono sempre con te
ma è la classica bugia,
come un dolore chiuso a pugno,
acqua e sabbia che scivolano via.
Quando ti sembrerà così vero che ormai non ci sono
perchè è da tempo
che non ci siamo
scoprirai che non ti sono dentro
e non esiste nessuna maniera che solo tu conosci.
Per favore non piangere,
lascia che suoni ancora quella canzone
le parole che non ho mai imparato
le parole che non ho trovato
la menzogna che ho inventato

Ma per favore non piangere.

martedì 3 agosto 2010

Le diceva sempre

Ti amo quando chiudi gli occhi ed io scompaio dentro di te. 
Ma ti odio quando li apri e fai come me.

giovedì 29 luglio 2010

Scusami

Scusami
se ti ferisco
quando non capisco
che sarebbe meglio evitare
di straparlare
raccontare
come fossi l'amica del cuore.

Scusami

se non comprendo
e alla fine ti offendo
magari non volendo
semplicemente dicendo.

Ma chiederti scusa

non vuol dire fabbricare una scusa
e saperti confusa
mi sorprende
perchè in fin dei conti non ho mai mentito.
Divertito,
cambiato,
fantasticato,
ma mentito mai.

Sono così,

come tu non mi vuoi,
ma così,
come tu vorresti che fossi tuo.

E allora adesso mi allontano,

non scrivo più e tantomeno ti chiamo.
Chiudo la porta che sai resterà comunque aperta
ricomincio la scoperta
alla ricerca
di quello che non ho,
e che amerò quel poco,
o quel tanto finchè l'avrò.
Dopo di che ricomincerò.
Perchè non ho pace
e forse è questo che mi sopravvive,
è questo che mi piace.

Superficiale banale scontato codardo bastardo

come preferisci
io non m'offendo
casomai mi difendo.
Ma non t'importerà...

mercoledì 28 luglio 2010

sabato 24 luglio 2010



Le onde sono maestose e pericolose.
Ma troppo affascinanti.
Troppo invitanti.

Stai attento...
Sorrido e mi lascio sommergere da spuma e corrente.
Poi mi viene un'idea: se M. sale sulla piccola tavola lo trasporto correndo sul rettilineo lungo della bianca spiaggia,
lì dove l'acqua si lascia morire,
il divertimento è assicurato.
Corro forte almeno dieci volte su e giù.
M. ride come un matto quando viene scalzato da ondine veementi.
Prendo fiato.
Adesso tocca a me.
Nuoto con la piccola tavola legata al polso destro.
La corrente è forte ma spinge verso la costa non al largo.
Mi allontano una ventina di metri con qualche sforzo.
Attendo la mia piccola grande nave.
Salgo sulla pancia 
dell'uomo ragno
 e la guardo nascere a due metri da me.
S'ingrossa e mi cattura.
Ci salgo sopra e non esisto più: tutto è cielo e mare e sabbia e amore.

martedì 20 luglio 2010

Ieri

Incanti di azzurro cielo,
piccole onde gentili come carezze.
Dove sono le tue mani adesso?
Bramo un sorriso, uno ancora.
Ti amo piangendo in silenzio e ti cerco.
Perlustrazioni vane di una mente folle di dolore.
Gocce d'amore
su sonni vinti,
piccola di fronte
al gesto tuo più piccolo.
Signora, mia madre.
Angelo accanto ad angeli.

mercoledì 23 giugno 2010

senza titolo

Mentre sto facendo le cose più normali, ad esempio lavando i piatti, come stasera, senza un motivo particolare mi viene da vomitare.
Poi mi manca il respiro e lo stomaco mi si fa piccolo.

Perché lei si sente soffocare.
Perché lei non riesce a respirare.
Perché lei non puó chiamare.

Allora vado in ospedale col cuore che pompa troppo veloce.
Cammino con le mani in tasca e collego la puzza all'umido: mi sono pisciato sotto.
La dottoressa sta ancora là. Appena mi vede si siede sulla scrivania poggiando una parte del suo culo.
Mi dice sempre la stessa cosa: sua madre è giunta cadavere.

Non riesco a respirare. Non riesco a capire.

sabato 19 giugno 2010

detto mai

Piccole pezze di cielo,
fessure di vita:
morirei per un tuo sguardo adesso,
uno ancora.
Una carezza sul ginocchio e mi dicevi
come va?
Il mondo spariva, eravamo io e te.
Quelle mattine a parlare,
soffi di parole a disegnare i sogni.
Il profumo del mirto, i canti ripetuti.
Ed io cieco pensavo al mare.
Poco prima ti scrissi una lettera.
E' ancora lì in una cartella sospesa.
Mai più avuto il coraggio di aprirla.
E mai più avrò la forza di aprirmi.
Ricordi le colazioni sulla grande terrazza, lo sguardo perso nella scia dei delfini?
Parlavi sempre troppo per me.
Ti ascoltavo sempre troppo poco.
Ti avevo scritto di quanto fosse stato difficile : era solo apparenza ma tutto l'amore che mi donavi tornava allo specchio.
Davvero.
Sempre.
Ti avevo scritto della nostra ultima stagione assieme,
la salute che cambiava,
le distanze che si facevano impietose.
Io correvo e tu arrancavi.
Ti avevo scritto di tutte quelle volte che mi pareva d'averti accanto mentre invece eri a casa.
Un pomeriggio di ottobre pioveva a dirotto ma volli correre.
La stessa strada di sempre lungo la pineta.
Un salto qua e la tra le pozzanghere della strada allagata.
La scuola di mio figlio.
Il tuo amore smisurato.
Poi il grande rettilineo fino al porto e finalmente il mare.
Non il nostro.
Correvo furioso, senza un motivo particolare.
Era la pioggia che donava energia.
O solo che doveva essere.
Ho sentito chiamarmi.
Fermati, non ce la faccio più: camminiamo.
Ho pensato d'essere magicamente pazzo.
Si, dai, camminiamo, hai detto.
Voglio parlarti.
Allora si che il cuore è impazzito.
Tu mi parlavi, c'era il mare, grigio tempesta nel cielo livido, ma tu non c'eri.
Io sto andando, ormai.

martedì 15 giugno 2010

a f a

nella dolciastra afa del quindici giugno
giorno un giorno gioioso
il vento muoveva
con lingue acide di tempi diversi
polvere oppressa
su asfalti di gocce macchiati

altri respiri, altra aria,
altre persone, altri mondi
lei disse
pesante come una minaccia
triste come una minaccia fiacca

di chi parli le rispose
del mio o del tuo
cuore?

senza clemenza stille di sudore su fronti corrucciate
il mare fermo ed amaro
amare è amaro
amaro non ferire volendolo fare

occhi verdi, occhi verdi, soltanto le disse
non guardarmi così
che ti farai male
e non toccarmi furtiva col braccio cercando
un approdo che ancora non c'è

ancora era ieri
temere era ieri
cercare era ieri

l'aria pesante restò in attesa
l'attesa pesante schiacciò la premura

vedremo si dissero
e lei sapeva già

sabato 12 giugno 2010

L'altro ieri

Mi piace ascoltare la tua voce
lo scandire delle sillabe
ed i suoni che produce

Mi piace anche quando non dici
il semplice respiro
il vuoto di una pausa
l'aspettattiva che sussegue

Mi piace immaginarti seduta
o indaffarata
il ferro da stiro ed il vapore

Mi piace saperti viva
sangue
crosta
e cicatrice
che non t'arrendi
e che parti

Acqua di mare che disinfetta
promessa di conchiglie
o piccoli sassi
Mi piace guardarlo coi tuoi occhi
il vaso che si riempie
il biglietto di ritorno

Mi piace non sapere
Mi piace la tua voce

mercoledì 2 giugno 2010


Abbiamo parlato dopo tanto tempo. Ti ho ascoltata tanto tempo dopo. Ma non so dirti che effetto mi ha fatto. Forse aldilà dell'amore e dell'amicizia, ci sono persone che sono vicine e basta. Ho cercato di chiudere e negare poi ogni altro pensiero relativamente facile poi da elaborare.

lunedì 31 maggio 2010

Pezzi


Sto cadendo a pezzi: basterebbe soltanto che te ne andassi sbattendo la porta.