domenica 25 dicembre 2011

Kala Kristougena

Mi piace
Le sette della sera
Che le cucine ancora
fervono
Accalcate
Congestionate
Da mani
Piatti
doppi
Fornelli
Consigli

Mi piace
La commessa
Che spegne
le luci
e nel negozio
solo 
ombre di inquietanti manichini torreggiano mute.

Mi piace
Quando anche l'ultimo bar ha calato la saracinesca
rumorosa
E sull'asfalto madido di pioggia
nessuna auto scivola più
Solo fantasmi
e derelitti
camminano
lenti o
frettolosi
con pacchi e fiocchi 
e pene e ansie
Seguendo un dolore
noto
o appena 
conosciuto

Mi piace
Che posso
finalmente
correre 
solitario
tra lucine superflue
Ormai
e pensieri controversi:
Voglio vivere come un cane che morde costantemente la sua museruola.

Mi piace il chiavistello,

Il cono d'ombra
La tavola imbandita
E Do they know it’s Christmas time
at all
e tutti
Che guardano
Come se fossi
matto
Sudato
Sfatto
felice

sabato 24 dicembre 2011

Itaca 2010



"Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d'estate siano tanti
quando nei porti - finalmente e con che gioia -
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d'ogni sorta; piu' profumi inebrianti che puoi,
va in molte citta` egizie
impara una quantità di cose dai dotti.
Sempre devi avere in mente Itaca -
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull'isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos'altro ti aspetti?
E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
gia` tu avrai capito cio` che Itaca vuole significare"

Kostantinos Kavafis

martedì 13 dicembre 2011

Oggi

Oggi non so scrivere,
non so pensare
perchè a malapena riesco a respirare.
Oggi non so camminare,
non so guardare,
perchè a malapena riesco a parlare.
Oggi non ho tempo per le parole,
oggi non ho tempo per star male:
oggi non ho tempo e non voglio tempo,
altro tempo che non sia
la mano tua nella mia
lentamente ad aprire il cuore
gli occhi illuminare.
Nelle carezze infinite che saprei
nella carezza infinita che mi dai
La tua mano nella mia e tutto il mare fuori.

Oggi aspetto solo che torni.

Il sapore di ciò che non so dire

Stasera
Parole parole
La mente
Non mente
Il pensiero si accanisce
Sui dettagli sugli sguardi
Il tempo
Che non basta
Il dito che sfiora
La pelle che non c'e' piu'
Dentro l'anima
Affonda
E segna
La traccia che lascia
Un sentiero che col pensiero
Seguo
I minuti che conto
Poi riappari e non basta
Le domande che ho in testa
La paura che soccombe
La pace che accende
La scintilla
Che ritorna
Il sapore
Di cio' che non so dire

lunedì 5 dicembre 2011

Stamattina i tuoi baci

I tuoi baci sono quei piccoli raggi di sole che filtrano dalle nuvole basse attraverso il vento obliquo
in questa mattina di assenza e di sogno a oltranza di spiagge assolate e acque limpide e passeggiate a rincorrere
e mani tese, labbra prosciugate, pelle già salata, tuffi e bracciate, occhi rapidi a guardare la meta, la bianca chiesa di Sant'Anna,
l'isola lontana verso l'orizzonte che si chiama Paros ed ancora ci è sconosciuta, l'infinito riflesso nello sguardo tuo perso e premuroso,
i muscoli affannati di desiderio, la mente eccitata, il ritorno e la continua partenza l'uno verso l'altra, sconosciuti individui perduti ognuno nel delicato sordo malato
battito del cuore altrui.

sabato 3 dicembre 2011

...

"Posa la penna, piega il foglio, lo infila in una busta.
Si alza, prende dal suo baule una scatola di mogano, solleva il coperchio, ci lascia cadere dentro la lettera, aperta e senza indirizzo. Nella scatola ci sono centinaia di buste uguali. Aperte e senza indirizzo. Ha 38 anni, Bartleboom.
Lui pensa che da qualche parte, nel mondo, incontrerà un giorno una donna che, da sempre, è la sua donna. Ogni tanto si rammarica che il destino si ostini a farlo attendere con tanta indelicata tenacia, ma col tempo ha imparato a considerare la cosa con grande serenità. Quasi ogni giorno, ormai da anni, prende la penna in mano e scrive.
Non ha nomi e non ha indirizzi da mettere sulle buste: ma ha una vita da raccontare. E a chi, se non a lei? Lui pensa che quando si incontreranno sarà bello posarle sul grembo una scatola di mogano piena di lettere e dirle -Ti aspettavo.
Lei aprirà la scatola e lentamente, quando vorrà, leggerà le lettere una ad una e risalendo un chilometrico filo di inchiostro blu si prenderà gli anni -i giorni, gli istanti- che quell'uomo, prima ancora di conoscerla, già le aveva regalato.
O forse, più semplicemente, capovolgerà la scatola e attonita davanti a quella buffa nevicata di lettere sorriderà dicendo a quell'uomo -Tu sei matto.
E per sempre lo amerà."
Lo sa come si fa a riconoscere se qualcuno ti ama? Ti ama veramente, dico?
Non ci ho mai pensato. 
Io si.
E ha trovato una risposta? 
Credo che sia una cosa che ha a che vedere con l’aspettare.
Se è in grado di aspettarti, ti ama.

A.Baricco, Questa Storia
 
Amare è una cosa semplice: basta uno sguardo, un profumo, due mani che si sfiorano. Dimenticare è difficile.

mercoledì 30 novembre 2011

martedì 29 novembre 2011

Il tonfo dell'amore

Lo schianto è simile,
come simile è il dolore alle piante dei piedi.
Poi torni su, per afferrare quel cielo liquido.
Bollicine bianchissime lungo i fianchi.
Non hai mai avuto paura di nessun tuffo e nessuna altezza.
Poi torni su...

Silenzio

Voglio baciarti le labbra calde trattenendole coi denti
voglio baciarti stringendoti il collo mentre la mia lingua cattura la tua
voglio afferrare i tuoi fianchi e portarli a me
Poi dirigermi sui tuoi glutei frementi e incendiarti il pube con la mia presenza
Voglio baciare ogni centimetro della tua pelle per vendicare la tua assenza
Voglio che torni
per non andare più
Per dimenticare
Voglio mangiarti

martedì 22 novembre 2011

Ti fidi di me?

Non ci sono domande
Non ci sono parole
Non ci sono richieste
Non ci sono spiegazioni
Non c'e' futuro
Non c'e' passato
Il presente vive nell'attimo
Nell'intervallo sospeso tra un sospiro e l'altro
Sospeso
Irresistibilmente leggero ..

Ti fidi di me ?

martedì 18 ottobre 2011

In attesa (parafrasando)

Hai dormito, Capitano: per quasi settanta anni.
Sei sicuro di stare bene?

Si, si. E' solo che avevo un appuntamento.

sabato 1 ottobre 2011

Silenzio

Troppe parole, troppe parole inutili (non sono io), devo ritrovare il mio silenzio.



lunedì 12 settembre 2011

Un secondo

Mi pare evidente l'impossibilità di  concentrare azioni e pensieri, amalgamare parole dette insieme a quelle non dette, magari solo leggermente percepite, meravigliosamente distorte,  
in un solo momento per rendere tutto definitivamente o annullarlo inequivocabilmente. Invece si rimane sempre a metà.
Con la sensazione che tutto può essere e che niente è.

martedì 6 settembre 2011

Voglio

Voglio una ciambella calda e lo zucchero agli angoli della bocca.
Voglio il vento che secca il sale sulla pelle.
Voglio il bianco che accieca
e l'orchestra della risacca.
Voglio l'acqua che nasconde i piedi.
Voglio l'oro e le perle delle corse senza fiato.
Voglio quell'isola lontana che sogno di raggiungere
con un milione di bracciate.
Voglio il cielo stellato e lo zucchero filato delle nuvole addormentate.
Voglio te.


martedì 23 agosto 2011

sabato 20 agosto 2011

Domande

Si può stare a pensare
Anche intere
Settimane
Come non ci fossero più parole
Muto e sottile come finto vetro
Da attore
Consumato
Le parole
Qui invece il tempo s'abissa
Attimi di primavera e momenti d'estate
Mentre soffro come se l'inverno mai avesse abdicato
Tutti questi affanni e poi?
E poi lei
In ogni dove senza nessun preavviso
Improvvisa e improvvida
Mutevole e fantastica
Sto male come fosse ancora ieri
E mi chiedo se mai
Mi rispondo che mai

giovedì 11 agosto 2011

Falsa tra le righe


La spiaggia bianca di Vada/Rosignano è falsa, finta, e nociva come un persistente abbaglio:
la rena di borotalco e l'acqua stile caraibi è frutto - si fa per dire -
dell'inquinamento.
Da anni una fabbrica sputa bicarbonato e mercurio nel mare.
Il gioco di colori pare interessante. 
Il mare però, non sa di mare.
Basta solo non cadere nella trappola e non farvici il bagno.


mercoledì 3 agosto 2011

Il giardino

Quando anche la malattia diventa abitudine nemmeno più il miasma purulento del catetere riesce a scuotermi.
E nemmeno la fogna incrostata di sterco, e nemmeno l'aria greve e flautolenta.
Ricordati le pesche e le pere e i biscotti. Mulino Bianco, mi raccomando: non quella robaccia del tuodì.
Guardo la busta di plastica e ripasso. Si, c'è tutto.
Saluto senza enfasi l'addetto alla piccola reception. Quello manco risponde.
Comincio l'apnea e mi dirigo verso il piccolo giardino.
Leggo a destra intramoenia e a sinistra archivio.
Poi privato e poi ancora ritiro cartelle.
Il corridoio lungo e spoglio pare non avere fine.
Intra moenia...
Chissà perchè ho già in mente il traffico del ritorno.
Ma Roma non si svuota mai?
La luce della porta mi riporta al pratico.
Gatorade al limone e ferrarelle.
Ottanta centesimi l'uno, quaranta l'altra. Spiccioli pronti preparati prima di scendere dalla macchina.
Rallento.
Di fronte a me, oltre la vetrata, tra i due piloni di legno chiaro, una panchina.
Un uomo accarezza i capelli di una donna.
Fa dell'indice un bigodino e poi li lascia cadere dietro l'orecchio.
Le parla lento guardandola mentre lei mantiene la testa dritta.
Assorta? Triste? Incazzata?
Lui le si fa ancora più vicino. Le cinge le spalle e continua a parlare.
Svolto all'angolo. I distributori sono liberi.
In quello dell'acqua trovo già inseriti i quaranta centesimi.
Spingo il bottone della ferrarelle, ma non risponde.
Allora prendo il gatorade che scende con un bel tonfo nella cassettina.
Poggio un ginocchio in terra e penso male.
Mio padre è sdraiato sul letto. Noto insoliti pantaloncini corti azzurri al posto della tuta.
E' stanco perchè ha fatto fisioterapia per due ore, mi dice.
Però, mi vuol far vedere come sta in piedi.
Con una certa difficoltà si mette seduto. Poi sta qualche secondo imbambolato come se gli girasse la testa.
Gli gira la testa.
Guardo con disprezzo la pancia dura e informe. I muscoli del capitano sono flaccide borse che galleggiano sotto le braccia.
Prova a tirarsi su appongiandosi a me. Infilo il braccio sotto al suo e lo stringo forte.
I passi sono piccoli e complicati. Come quelli di chi ha dimenticato come si cammina.
Però la volontà c'è.
Circumnavighiamo la finestra, tocchiamo la porta e si affaccia: fuori c'è vita.
Ma quando me lo porti mì nipote?
La stanchezza prende il sopravvento ma domani ci rifaremo.
Guardo l'orologio.
A domani, dico. Solito scambio veloce di occhiate. Parlo sempre troppo poco.
Scendo i due piani e mi avvio all'uscita.
Ci ripenso. Corridoio e giardino.
Lui l'abbraccia ancora.
Ma non come chi ha paura che voli via.
Come uno che nasconde, come uno che si scusa.
Come chi rassicura, ma più se stesso.
Il braccio le cinge le spalle e lei guarda dritto davanti a se.
Come uno che protegge, ecco, ora mi viene in mente.
Se stesso, la sua vita, gli errori, la consapevolezza, la casa, la famiglia: lei c'è.
Sempre e viene prima di tutto.

sabato 2 luglio 2011

Quella voce ancora una volta

Baratterei ogni avere,
cederei ogni singolo centesimo
rubato o meritato
sudato o capitato
per quella voce ancora una volta.
Come una carezza: dormi bambino mio. 
Ci sono io accanto a te.

domenica 19 giugno 2011

Cielo nero


Non c'entra il mare
e non era il vento
ma solo il cuore mio
sgomento
che cerca te

mercoledì 15 giugno 2011

Latitante

il latitante gli telefona a pranzo e cena
il latitante gli fa la spesa
ma non mangia con lui
perchè lui non mangia con nessuno che non sia il suo vino maledetto
perchè lui non pensa senza la sua birra maledetta
perchè lui è solo 
perchè lui non si muove
il latitante ha una vita
il latitante è orfano da un pezzo
il latitante però non è solo
il latitante non beve

però si muove se il caffè è corretto
però si muove se c'è il picchetto
però si muove

Perchè d'accordo non siete mai andati
perchè il carattere tuo è quello che è, strano a morire
perchè tu non lo fai ridere
perchè tu sei stato sempre solo
perchè tu sei serio
perchè tu.
perchè.

però si muove se il caffè è corretto
però si muove se c'è il picchetto
però si muove

Perchè se sta male non se ne cura
perchè se sta male e fa male 
il latitante sta male
perchè il latitante è solo
anche se non è solo

Perchè il latitante è un bimbo che più non piange.

martedì 7 giugno 2011

Mercoledì, ore 15

Domani stacco prima. 
Il mio amico mi darà il cambio un paio d'ore prima.
Nessun sollievo però.
Parteciperò ad un funerale.

Qualche passo indietro.
Quando intrapresi questa pseudo avventura lavorativa lo stato d'animo rasentava momenti di euforia frammisti a tristezza assoluta.
Sapevo quel che lasciavo e nulla immaginavo di quel che andavo a prendere.
Colleghi turni impegni difficoltà situazioni: tutto diverso.
E poi, se io prendevo un posto, se io prendevo quel posto, qualcun altro lo stava perdendo.
******* non era propriamente mio amico ma era una buona conoscenza amichevole.
Quando ero pischello e facevo le notti capitava che mi desse il cambio con il suo faccione allegro e la sua favella perpetua.
Crescendo tutto è cambiato.
Non sto a dirvi perchè andò via: è un altro discorso.
Il fatto è che stamattina, mentre io lavoravo, mentre il mondo continuava la rutilante lotta all'inutile, tra le sue braccia, chiudendo gli occhi dolcemente, sorriso finalmente allegro tra le labbra, mentre io ero seduto sulla traballante sedia sulla quale anche lui poggiò le chiappe stanche, mentre mi dibattevo per il niente, a lui moriva il figlio.
Non oso immaginare la disperata sensazione di vuoto e cieco e furibondo dolore.
Non oso.
Anche perchè il punto ancora non è questo.
Dovete sapere che un altro collega- dove cazzo lavoro, penserete- un altro di noi tre, un altro uomo, mercoledì scorso si è tolto la vita.
Impiccato e penzolante dalla sbarra per i dorsali della sua camera.
Motivi? Si dicono futili.
Magari imponenti nella sua mente imponderabile.
Quello che voglio dire è questo: quel ragazzo voleva vivere ed ha resistito 14 anni, tra dure battaglie e sforzi immani. 
Tu, perchè cazzo lo hai fatto?

Scusate.

sabato 4 giugno 2011

Un amico ed il suo tempo

Quando non si trova tempo per un amico - adducendo la scusa consueta che non c'è mai abbastanza tempo -
le ragioni per me sono sempre due: quella persona non è un tuo amico oppure tu non sei amico suo.

sabato 28 maggio 2011

Perduta mente


Nella nebbia del mattino s'incammina lenta mente.
Che ne sarà di te perduta mente?

martedì 24 maggio 2011

Il tuo bacio è

L'immenso disperato che è in me
Un tuffo in paradiso
La tenebra del ritorno al buio
accecato
La luce della sera tremolante sul mare di una barca alla deriva
Il tuo bacio è
L'immenso per me

martedì 17 maggio 2011

E poi ci sono mattine come questa

E poi ci sono mattine come questa
Che scrivi come capita cercando di liberarti
Sturando il tappo
Tirando a caso

È difficile stare con la mente a qualcosa che sai non succederà mai.

Ma assai più difficile vivere consapevolmente che è soltanto tutto quello che vorresti.

Ci sono mattine come questa che non è un canto disperato perchè scopri che mai sei stato più logicamente lucido...


E allora affanculo i consigli

Affanculo le premure
evviva il pianto
evviva le paure

perchè c'è Lei che non c'è

perchè c'è Lei che non c'è più
e la cerchi dappertutto
e la vedi in ogni cosa
che ti ha lasciato
o che avrai

perchè c'è lei accanto ed in nessuna parte

perchè nemmeno tu ci sei più

E allora affanculo la vita

che non guarisce un cazzo
ma ti lascia a sopravvivere
come fosse uno strazio
ma non è uno strazio, sei solo tu che cambi...

Affanculo i sogni...


Questa è anche per te.

domenica 15 maggio 2011

Mio fratello

In un momento di difficoltà il mio amico ha semplicemente detto ti voglio bene. 
Ho imparato.
Ieri volevo dirgli grazie e cercavo parole trovando solo vanità : mi ha sorriso e detto che non dovevo ringraziarlo per un sentimento.
Mi sono chiesto interdetto dove mi fossi nascosto in tutto questo tempo, realizzando soltanto che la vita è solo coincidenza di tempi.
"there's a place for us you know the movie song 
when you gonna realize it was just that the time was wrong? "
Ho imparato.
Lui non è mio amico, non semplicemente: è un sorriso quotidiano.

sabato 14 maggio 2011

Stasera

Non ho corso molto stasera. Ho cominciato che ero già stanco.
La testa mi doleva e faceva ancora troppo caldo .
Un vento lieve e umido muoveva appena le fronde.
Ho respirato più a fondo ogni volta che ho tentato di mollare.
Arrancavo.
Poi ho visto il mare.
La sola via di fuga era tornare: ho guardato l'orologio ed il tempo segnava 43 minuti e 5 secondi.
Numeri che conosco, dolori che ritornano.
Non ho corso molto stasera ma non per un solo istante ho smesso di pensarti...

giovedì 12 maggio 2011

fame... di nuova luce e di chiarezza...

fame...
della bontà di una carezza
fame...
un'esigenza naturale
fame...
non si può vivere di solo pane
fame...
più nutrimento per la mente
fame...
questo è un benessere apparente
fame...
c'è chi si abbuffa e chi digiuna
fame...
si sazia solamente chi ha fortuna

sabato 30 aprile 2011

Se

Se ti capita di leggere stasera,
stanotte,
o mai,
sappi solo che sto dicendo a te:
Ti voglio bene, non immagini come,
non immagini quanto.
Inequivocabilmente a te.
Se ti capita ogni tanto, a tempo perso,
per sbaglio o curiosita' di fermarti qui,
sappi che il pensiero è sempre a te.
 

E se una parola ti allontana ed un'altra troppo ti avvicina, non temere:
che per quanto distante ti sono, mai come adesso ti voglio vicino.
Se spolverando i dubbi ti lasci trasportare sui faticosi saliscendi dell'altrove,
se ritieni con speranza o delusione che tanto più dolce e lunga sarebbe potuta durare l'estasi
o se di contro, diversamente e assai più lontano, avresti vissuto felice e dimentica,
sappi che ti ho amato come ho potuto.
Nascosto o presente.
Come mi è stato negato ed oltre l'onore del concesso.
Se ti capita di leggermi, sappi tutto quello che immagini e che speri.

martedì 12 aprile 2011

La vita

La vita guarisce la vita:
era novembre e sarà di nuovo novembre.

Per chi non crede alle coincidenze.

martedì 5 aprile 2011

Per poco tempo


Ci vogliamo ancora un mare di bene, io e te, vero?
Si: il nostro mare...
...è un Mar Morto.
Non manca il sale nelle parole.
Depressione, non a caso.
Nel senso fisico, per carità, ovviamente.
Sprofondiamo.
Certe volte.

Asfaltide, galleggiamo separati.
Ma c'è battito.
O l'onda m'inganna?

...mi tengo il segreto come fosse una colpa,
scoppio ma dentro,
E non è esattamente giusto, non come vorrei.
La pazienza rende il vino migliore.
Non è una colpa, è solo che la cipolla frigge ancora.

sabato 2 aprile 2011

Vedremo


Noia
No
Nausea
Stop
Dolore
Mani
Tempie
Boh
Sguardi
Silenzi
Riflessi
occhi
occhiate
sorrisi
stanchezza
Passerà
di nuovo
sarà
Come è stato
Perchè
la vita
guarisce
la vita
Aspetti
aspetto
e insieme
stretto
nel petto
un cuore
tun tun tun tun tun tun tun tun tun tun
Noia
stop
tun tun tun tun tun tun tun tun tun tun

sabato 26 marzo 2011

giovedì 24 marzo 2011

Vedremo

Cacao amaro
Arancio amaro
Riso amaro.

Basterà il cotone leggero e l'acqua e il suo canto?

martedì 22 marzo 2011

La giornata no

Un ringraziamento sentito a tutti quegli amici così bravi a starti vicino quando sei nella merda e che scompaiono alle prime luci di rinascita.
A tutti quelli che ti cingono la spalla e piangono con te. Perchè sei debole e c'hai  bisogno.
Ma se solo rialzi lo sguardo si dileguano di botto perchè del nostro metro sulla terra non sanno che farsene più.
Ed uno pure a tutti quelli che pensano sempre male, solo perchè non ci arriveranno mai.
Solo perchè da sempre mangiano cous cous ed invidia.
Perchè se ci fosse gara arriverebbero di nuovo secondi. Ultimi ergo.
Solo perchè nella dispensa ripongono la loro impossibilità di fare.
Un ringraziamento sentito sentito agli onanisti cronici.
Un ringraziamento sentito.

Vedremo

...ed io come ti riconoscerò?

venerdì 18 marzo 2011

Vedremo (?)

Ti prego con lo sguardo
Ti supplico con gli occhi
Non mandare tutto a puttane
(Lo so che non si dice)
Non senti il mio cuore come già batte?
Ne morirei.

mercoledì 16 marzo 2011

Vedremo, margheritina

Asfittico fiore di campo, fradicio e malconcio:
 felice di saperlo o triste per non poterlo dire?

lunedì 14 marzo 2011

Vedremo, ieri notte

Ho sognato mia madre: maglione a collo alto bianco.
Giovane, bellissima. Capelli appena sotto le spalle.
Mamma, le ho detto, è vero che non c'è niente dopo?
Ha annuito.
Ma era come se non potesse dire.
Eppure.
Quattro di mattina, infatti. Inutile lavarsi i denti.
C'è qualcosa che devo sapere?

Vedremo, 14 Marzo

E tirava un vento freddo ieri, fuori e dentro le coperte.

In attesa.

domenica 13 marzo 2011

Vedremo, 13 Marzo

Pare che sognare costi poco e che a volte, addirittura, il sogno s'avveri:
correvo, non sognavo.

sabato 12 marzo 2011

Vedremo

Ho fatto un sogno: correvo.
Poi veramente ho corso.
Faceva freddo e il sole spariva dietro la gru.
Dopo cinque minuti una fitta al quadricipite, gamba sinistra.
Ho rallentato.
Ho cominciato a pensare.
E meno correvo, più pensavo.
Allora ho ricominciato a spingere.
Ma più spingevo e più pensavo.
Non riuscivo a smettere di pensarti.
Più mi stancavo e più tornavo lucido:
occhi verdi, occhi blu,
occhi verdi, occhi blu.
Dipende.
Vedremo
.

lunedì 14 febbraio 2011

San Valentino

Cara Mamma,
oggi sono stato ad un funerale.

Non avevo mai visto una chiesa tanto brutta.

Un teatro di cemento riuscito male al quale si accede da un'entrata senza porta che pare annunci un garage basso.
Mi viene da chinare la testa mentre entro sotto braccio a Dolores.
Sedili di legno chiaro e consunto a semicerchio attorno ad un altare spoglio: un muretto quadro dipinto a mano da qualcuno che pensava di essere bravo e bravo non era.
Mura grossolane fredde e spoglie.
Panche disposte a caso.
Sopra l'altare una finestra profonda e rotonda rivolta a nord est.
Pure il sole che vi entra pare stonato.
Alle mie spalle tre grossi stupidi climatizzatori a chissà quante btu.

Un funerale a San Valentino?

Strano, ma credo che la morte e i commerciali riti successivi abbiano tempi obbligati che non fanno caso al calendario.
Scusa, ancora non ti ho detto di chi.
La mamma di Glauco, il mio amico e collega di lavoro.
Quello col pizzetto, quello buono, i capelli riccioli legati a cipolla sulla nuca, quello che ride sempre.
Non come me, si, lo so...
E non come oggi.

No, non la conoscevo. Mai vista proprio.
 

Ad una chiesa sì brutta sta un prete scorbutico e sbrigativo.
Giovanissimo, poi.
Capelli lunghi sulla nuca, frangetta, scarpe da ginnastica.
Nere ok, ma sempre da ginnastica.
Una faccia antipatica che appena dopo l'alzata generale comincia una personale polemica con i non cristiani che dubitano che oggi sia un natale piuttosto che un giorno triste.
Sarà, sarà miope o sarò miope io, ma vedo solo gente che piange.
A Natale.

Lui piangeva.

Suo fratello pure.
Le sorelle nere e dritte, stordite, intente a contraccambiare bacetti di rito.
Lo incontro sul piazzale.
Mi abbraccia e mi dice singhiozzando che adesso capisce meglio chi sono.
Lasciamo perdere.

Dicevo del prete.

Mi siedo e mi sento osservato.
Sta guardando proprio me. Mi predica contro.
Cazzo vuoi, sto per dirgli, ma i nasi che tirano su mi frenano. Fortunatamente.
Parla veloce, incazzato.
Legge rapido e sbrigativo, cammina ciabattando e sbatte gli strumenti dell'amore divino.
Di vino, meglio.
Sai a chi mi fa pensare?
Ricordi quel pretaccio dei tuoi racconti ?
Quello che ti inseguiva cercando di estirpare il diavolo di dosso solo perchè t'avevano beccato a fare un giro sulle prime bici del secondo dopo guerra.
Si, quello stronzo dei ceci sotto le ginocchia, quando rea di conoscere tutte le risposte non ti stancavi di alzare la mano.
E adesso, chi sa dirmi quale mare bagna la Sicilia?
Tuo padre era siciliano.
Quello che ti costringeva seduta a piangere i morti tra vecchie pedulanti.

Glauco è due file di panca sotto a me.

Ha parecchio da fare con gli occhiali.
Con le tasche, con le mani, con i lacci.
Guarda fisso dinanzi.
Guarda quel legno immobile e quei fiori osceni destinati al macero.

Il cretino ha finito la polemica.

Si passa al padrenostro, secco secco e allo scambio di strette di mani.
Poi decide che la messa è finita e congeda tutti. Se ne va e spegne la luce.

Nemmeno mezz'ora.

E' questo il momento che non riesco a togliermi dalle palle: tutti si alzano e la bara viene portata in quella orrenda stationwagon sproporzionata.

E' il momento del distacco definitivo.
Fino ad un secondo fa stava lì, si poteva raggiungere, aprire, vedere e ispezionare.
Pure piangerci ancora sopra. O tirargli i mazzi di fiori contro.
Quando entra in macchina finisce tutto.
Non riesco a spiegarlo ma è l'attimo clou: l'attimo definitivo.
Ed in quest'attimo, mentre tutto è immobile e mentre tutto mi gira al contempo attorno, mi si avvicina Lory.
Ho paura - mi fa - che prima o poi crolli. Lo vedi, ha una parola per tutti, è lui che tira su gli altri. Prima o poi crollerà.
Oppure no, le  dico io. Può essere che non crolli mai e si seppellisca da solo, insieme a lei, marcendo da dentro, ma invisibile a tutti. O ai più.
Poi segue la folla e rimango col dubbio.

C'è il sole che pare primavera.

C'avesse ragione il pretucolo che davvero è un natale?
Ne dubito.
Una signora grida nonglielofacciamounapplausoallasignoraAnnacheeratantotantobuona? E mentre l'applauso cresce non spontaneo, piange forte.
La macchina si mette in moto. I fiori occupano gli spazi rimasti schiacciandosi tra vetro e legno.
Ricominciano le strette di mani, i bacetti, i saluti.
La gente si dirada rapidamente.
Pure io mi avvio che devo tornare al lavoro.
Dopo ti racconto al telefono, penso.
Prima di mangiare.

Cara Mamma, oggi sono stato ad un funerale. Di San Valentino, che strano.

Ma San Valentino è a Novembre?


Ps: Glà, ti vogliamo bene.

lunedì 7 febbraio 2011

Messaggio (2)

Stabiliamo un giorno.
Uno qualunque.
Uno in cui nè io nè te -ovviamente- abbiamo altro a cui pensare .
Uno che se c'è la pioggia è meglio.
E decidiamo un orario.
Sincronizziamo gli orologi.
Concediamoci un ritardo massimo di dieci minuti.
Pensiamo ad un'ora tutta nostra.
Pensiamo ad un bacio.
O ad un abbraccio.
Oppure a niente.
Sbarazzàti di tutte le zavorre.

Ma non stabiliamo il luogo:

entrambi, per separate vie, raggiungeremo un posto.
Il nostro metro sulla terra.
Se ci saremo, sarà ancora amore.
Come sempre e come sappiamo entrambi.
Ci stai?

Non sarà un giorno qualunque. 

mercoledì 2 febbraio 2011

Messaggio

Messaggi invalidi
gesti infruttuosi
ricami invisibili

Se ti cerco non cambia

Se mi cerchi è per sbaglio
Un momento uno sfogo un'idea

Ed io qui senza attesa

Dì soltanto una parola ed io sarò degno di partecipare alla tua melma

Se è paura capisco

La codardia non tollero

Quanto pensi sia generoso ancora il destino con noi?


Il ciclo ripete le pause

scandisce i ricorsi
con tocchi felpati
La rincorsa affanna
il cervello appanna

Lasciamo che sia

Son qui che aspetto
Ti aspetto
Lo sai?

venerdì 28 gennaio 2011

Banale alle 13.21

Per le volte che non ci sei
Per le volte che ci sei e non è abbastanza
Per le volte che parto
Per le volte che torno e non ci sei ad aspettare
Per le volte che ti sogno
Per le volte che entri senza bussare
Per le volte che mi sconquassi i pensieri
Per le volte che mi fai ridere
Per le volte che non mi vedi piangere
Per le volte che ti faccio male
Per le volte che non ti chiedo scusa
Per le volte che non è una scusa
Per le volte che fingo
Per le volte che te ne accorgi
Per le volte che sei il mare
Per le volte che mi perdo
Per le volte che vorrei vivere
Per le volte che mi sento morire
Per le volte che mi sopravvivi
Per le volte che fantastico
Per le volte che non ci posso essere
Per tutte quelle volte che basterebbe poco,
così poco da non saper dire,
che ti amo, ancora, adesso.

E per tutte le altre.

martedì 11 gennaio 2011