sabato 13 dicembre 2008

Il sugo è poco

Apro gli occhi. Le quattro e dieci.
Definitivamente mi alzo.
So già qual'è il mio posto.
Libro, orologio.
Telefonino che illumina il percorso ad ostacoli fra giocattoli e passeggino.
Divano e luce piccola.

Ritiro 150,00 euro e noto che cinquanta sono in pezzi da dieci.
Mi dice grazie, il solito grazie sospeso fra gratitudine e mortificazione.Direzione pizzeria.
Le ciambelline non ci sono quindi spende solo un euro per la pizza bianca a striscioline per Matteo.
Poi ci dividiamo: noi per via delle Baleniere verso casa, lei per via delle Gondole verso l'ultimo domani.
Il sorriso suo come un fotogramma, tatuato nella memoria, inchiostro eterno.
Guardo l'albero di Natale. Il libro l'ho appena terminato. Il giorno in più. Niente di che, anzi potevo farne a meno di frasi fatte e luoghi comuni.
Non so perchè l'albero di Natale mi pare bello solo illuminato.
Così, nella luce bianca della lampada, mi viene voglia di buttarlo giù a calci.
Mio padre insiste con l'oro del monte dei pegni.
Dice che ci deve essere in casa o perduta una polizza che vuole riscattare. Ne è certo perchè Flo gli ha detto che lunedì aveva dato a mamma 50 euro per rinnovarla.
...
Sono le sei della sera ed ormai ho paura ad uscire. Sono incazzato con Alessia perchè fa tardi ma non è colpa sua. Sono incazzato perchè mi costringo a fare una cosa che mi addolora.
Ma gli ho promesso che gli avrei portato la pizza bianca.Ho cucinato pure un pò di sugo all'amatriciana.
Ecco, poi dici che superi: cucinare è un attentato alla mia stabilità mentale.
Tutto quello che so fare l'ho appreso da lei.

Eccola.
Posso andare.
Prendo il sacchetto col sugo e un euro spiccio.

Non lo so, probabile che siano solo ripetute coincidenze, ma tutte le volte che vengo a casa sua trovo il portone accostato e l'ascensore aperto al piano.

Comincio a rovistare nei cassetti che un giorno furono miei alla ricerca di una cosa che nella mia testa non esiste.
Mio padre dice che se la sarà persa, e allora perchè non mi risparmi 'st'atrocità?
Mia madre non perdeva le cose.Primo cassetto a sinistra: dietro le vecchie cartoline buste da lettera piene di bollettini pagati, Findomestic o Santander, quand'eravamo poveri, ricordi Mamma? e prendevamo i soldi in prestito io e te...
Primo cassetto a sinistra: ci sono fogli che non conosco che nascondono un pacchetto.
Mi viene da urlare.
Invece scoppio a piangere.
I braccioli per il mare dei Gormiti.
Quelli per il viaggio che avrebbe pagato lei la prossima estate in Grecia.
Quelli per i primi tuffi nell'acqua alta di Matteo.

Mi fa notare che il sugo è poco. E ti pareva che andasse bene qualcosa.
Perchè bestemmi? Lo dice mentre già metto i piedi fuori di casa.
Perchè voglio mia madre.
Non lo capisce.
Non ci faccio caso ma l'ascensore è di nuovo aperto al piano.Caracollo verso l'uscita piangendo. E' un pianto disperato che spera di incrociare lo sguardo altrui: tutti devono sapere che voglio mia madre.

Mi lavo il viso come fanno i gattini con una lacrima d'acqua.
Piscio cercando di non cogliere il centro per evitare di svegliarli.
I pensieri più belli mi salgono quando faccio cose normali.
Mi sento bene quando loro dormono ed io sono sveglio vicino a loro.

Sono le sei e diciotto, posso uscire.La luna esplode dietro gli alberi, sopra l'edicola illuminata.
Mi domando se ha trovato il resto dei soldi di quel lunedì o se mamma s'è persa pure quelli...

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