Mi ricordo il caldo, il sonno ed i colori.
Non avevo dormito ma mi pareva il minimo.
L'appuntamento alla palla, che poi si gira la curva: scavalchiamo ed il prato è nostro.
Lello ci dà buca, ma non ci contavo.
I marmi ai nostri piedi.
Spettatori statue muscolose e silenti.
Le porte senza reti, le distanze immense.
L'odore dell'erba, il gesso scolorito.
Uno contro uno ma non c'è storia.
Allora facciamo a passaggi.
Quanto manca?
Ricordo il panino con la frittata, il domopak custode di fragranze.
Il cuore di speranze.
Che ora è?
Maledetto il tempo che rallenta o corre, inverso ai bisogni, dolorosamente lontano dal desiderio.
Ricordo i colori.
Una città in festa prima della certezza. Come sempre, spavalda e orgogliosa.
Bambini sorridenti.
Fiume di gente vociante.
Il bomber pare frastornato, allarga la bocca enorme e ride mentre tiro la linguetta della lattina di coca ormai calda.
E i cancelli? Ma quando li aprono?
E i cancelli? Ma quando li aprono?
Controlliamo la fila giusto per sapere dove giocheremo a briscola.
L'attesa, il caldo, la speranza, i colori.
Un giorno giocherò su questo prato smeraldo e volerò sulla fascia.
Gli occhi lucidi.
Ricordo tutto come se fosse ieri.
Ma è facile, oggi è ancora ieri.
Ricordo il pianto irrefrenabile. L'abbraccio infinito, le canzoni strozzate, il cuore devastato.
Il 23, il treno, sticazzi se passa il controllore, mamma che mi aspetta sulla porta.
Ancora pianti e ancora e ancora.
20 aprile del 1986
Il lunedì la prof di mate e fisica, tale De Luca volle interrogarmi.
Gli occhi grandi di lei a dirmi io ti amo.
Non è mai facile, non è mai detto, non è mai certo.
Ma non ho paura.
E se Matteo mi chiede perchè stanotte piango e non parlo me lo abbraccio e gli spiego piano: lo sai perchè la mia vita è giallo rossa, c'è una ragione, ho la Roma dentro al cuore, AS ROMA, io non vivo senza te...
Erano giorni che parlavo a Matteo della festa che avremmo fatto al pontile con le bandiere e alè alè alè Roma Roma... e tutti i canti e i nomi dei giocatori e il capitano n. 10 e "per me nuemro 1"... Come glielo spiego ora che la festa non si fa più...
RispondiEliminaA parte che ci credo ancora, sempre, fino alla fine...ma nemmeno io so che dire a Matteo.
RispondiEliminaCome je 'o racconto che c'ho er core spappolato?
FdT
coraggio, non e' detta l'ultima.
RispondiElimina(calamar, te mai che ti astenga da pronostici eh!)
blogex