Umido e uggioso, il sole celato da un grigio irritante.
Esco con la felpa con la scritta americana, tentativo stolido di restare in viaggio.
Non fa freddo o forse è solo l'effetto della doccia bollente.
Parcheggio tra le linee sfumate, metto la prima e spengo.
Sono in anticipo.
Reclino la testa tendendo i muscoli del collo.
Chiudo gli occhi per ascoltare musica casuale.
Le mani incrociate sul petto.
Sei un idiota.
Come?
Sono venti minuti che ti aspetto.
Spalanco gli occhi per manifestare sorpresa.
Sei davvero un idiota.
Non capisco.
Pensavo saresti venuto a parlarmi.
Il cancello nero si apre e la folla la inghiotte.
Prima di vedere ancora i suoi capelli legati.
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