martedì 27 ottobre 2009

Prima

Ti pare normale?
Lo sguardo di lui è sospeso tra l'interrogativo ed il meravigliato.
Arriccia il naso e allarga gli occhi.
Cosa, scusi?
Scusi...? Lei sorride. Ironica.
Che fai, mi dai del lei? Si aggiusta i capelli con la destra che poi rimette in tasca.
Lui spalanca un sorriso imbarazzato.
Cosa mi dovrebbe apparire non normale, comunq
ue?
Vabbè, niente, come non detto. E se ne va lasciandolo di sale.
Una leggera sensazione di caldo fuori stagione.

Lui non sentiva il peso delle nuvole di parole non dette.
Amava cercare piuttosto che trovare.


Per tanti motivi non la vide che ventidue giorni dopo.
Non gli fu difficile contare i giorni.

Le guardò i capelli raccolti.
Le spalle.
Le mani in tasca.
Immaginò le parole, i movimenti dei piedi, la curva dei pensieri.
Intanto lance di sole caldo sbattevano sulla sua fronte e si depositavano sul tappeto delle rosse foglie secche.
Lei non si mosse.
Lui neppure.



E così continuò a guardarla da una certa distanza.
Cosa gli piaceva tanto?
Non il nome che non conosceva.
Non il viso che vedeva sempre di profilo o di tre quarti.
Non i capelli perennemente legati.
Non le mani, non i denti, non gli occhi.
Ad un tratto gli parve che si spostasse come se lo sguardo ripetuto la passasse da parte a parte. Fece un mezzo giro verso di lui.
Ma poi s'incamminò precedendolo.
Lasciando piccole impronte sull'asfalto come cerchi nell'acqua.

mercoledì 21 ottobre 2009

fai male, lo sai?

magari tu mi pensi ancora
magari tu mi cerchi ancora
magari tu mi canti ancora
magari mi dici buongiorno ancora
abbassando la voce
quando mi presento all'improvviso dietro i capelli
che lasci che coprano ancora
Lo sai che non ti sogno mai?
E che tutte le volte che stringo gli occhi voli via
quando ti penso forte
Magari mi pensassi ancora
magari mi cercassi ancora
magari mi cantassi ancora
Lo sai che non ti sogno mai

anche se vorrei
anche se

anche

se mi dicessi buongiorno
se mi dicessi ci sono
ma vado
se mi credessi al tuo fianco
Lo sai che non ti guardo mai...
e che se mi fai male è sempre uguale
quando ti penso forte

Magari, magari

magari pensi al mare
magari sfogli il cielo
magari hai contato tutti i minuti sottovoce

e così appari
tra il ruvido d'una pagina
nella tasca del loden
nel caffè che circonda
magari magari
adesso ti chiedi chi sono
adesso che penso
adesso che muovo
adesso che canto
adesso che vado
magari ti chiedi
e mi scacci lontano
come un alibi leggero
come una menzogna fanciulla
come faccio io
con te

quando appari
appari
appari
fai male, lo sai?




mercoledì 14 ottobre 2009

Εκατό φορές κομμάτια έγινα για σένα μια βραδιά

Poi venne il mal di testa.

Come bordate sulla porta di una casa che dorme.
Nel silenzio della notte.
Alle tre.
O alle quattro.
Quando concede.
Apre la finestra sul dolore e scalcia il sonno che s'abbandona sugli occhi.
Stanchi prima di cominciare.
Εκατό φορές τα μάτια, είπαν φεύγω μα δεν έφυγα ούτε μια
Male
da non poter leggere
male
da non poter scrivere
male
che la musica fa più male

martedì 6 ottobre 2009

attimi


E' in attimi come questi.
Quando la pioggia bussa violenta sulle finestre
e la danza martella le tempie
Chiudo gli occhi e mi abbraccio la testa tra le mani
E' in attimi come questi
che sento la lancetta dell'orologio
scandire ogni singolo secondo
costruire minuti tristi di ore tremende
E' in attimi come questi che penso a quanti giorni ancora mi dovrò sopravvivere
A quanti anni ancora
Senza te
la luce delle tue labbra
le vie dei tuoi nei
l'ombra delle tue mani
E' in attimi come questi
che il cuore mi si sgretola dentro
come argilla secca.