sabato 20 marzo 2010

Il treno

Ho sempre pensato che l'aereo sia un mezzo troppo rapido:
adesso sono a Rodi ad esempio, e dopo un paio di ore a Roma.
Altra aria, altro cielo, cose profumi mare, tutto diverso.
E senza il tempo di abituarsi.
Incontri altra gente, quella che vedevi due ore prima non hai possibilità di incrociarla per strada.
Nemmeno per caso e nemmeno volendo.
Altri negozi, altre luci, altri marciapiedi, altra storia.

Non che abbia fatto tanti viaggi in treno, ma fra tutti è il mezzo che preferisco.
Ne ricordo uno da Roma ad Amsterdam. Avevo quattordici anni ed andavo a trovare mio padre che lavorava a Scheveningen, stava ristrutturando una villa.
Ero solo e bambino, ma mia madre si fidava già allora.
Ero solo ed avevo tutte le ore possibili per pensare.
Ero solo ma non avevo paura.
E mentre il treno traversava a volte rapido, a volte lento come un mal di pancia paesi e città, vedevo gente diversa, muri e scritte, stazioni e uomini, cieli ed alberi cambiare. Ed il cervello aveva tempo di abituarsi, di calcolare, di studiare i cambiamenti. In qualche maniera prendere coscienza che scendendo in qualunque posto dopo aver lasciato Roma- Termini non c'era nessuna possibilità per esempio di abbracciare mia madre o mia sorella.
Ma solo d'incontrare nuova vita.

M'immagino la morte come fosse un treno.
Che mi dia la possibilità di abituarmici.
Di salutare con calma da un finestrino abbassato, magari in silenzio, magari piangendo lacrime agrodolci.
M'immagino la morte come un piccolo infinito viaggio attraverso nuove ed impensate conoscenze.
M'immagino di ritrovare mamma ed amici che sono scesi o saliti prima.
M'immagino e ci piango anche adesso gli abbracci sul predellino.
Vieni, sali, piangi e viaggia: noi siamo con te. Ancora e sempre.

M'immagino un viaggio lento, luci che mi sorprendono, città che si alternano.
Senza paura.

4 commenti:

  1. in certe cose sono piu' pratica che poetica, mi auguro una fine rapida e indolore, meglio se nel sonno, senza sognare di morire altrimenti sarebbe cmq angosciante. Certo, se la morte fosse come un treno si potrebbe sperare in un ritardo, ma tanto si sa che quando ti auguri che il treno sia in ritardo e' proprio l'unica volta che parte puntualissimo. bex

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  2. ah, carina scheveningen, ci sono stata anni fa, se non sbaglio ci sono passata visitando delft. bex

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  3. In realtà poi la villa era a Wassenaar, ma io sentivo mio padre parlare al telefono sempre di Scheveningen...
    Ad ogni modo, ne ho così tanta paura che spero ci sia un treno e che ci porti da qualche parte.
    Lo so, è una speranza.
    FdT

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  4. wassenaar mi manca.

    e' una speranza condivisibile ma io, che in treno viaggio tutti i giorni, questa volta opterei per il teletrasporto :-) bex

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