E così è.
Il cuore s'è fatto arido.
Gli occhi secchi.
Ieri ho tentato di piangere.
Dalla rabbia che non sono riuscito a sfogare.
Arrivati ad un certo punto bisognerebbe sapere dire basta, non foss'altro per quel minimo necessario consentito a guardarti in faccia allo specchio la mattina che ti stropicci il viso con l'acqua fredda.
Bisognerebbe dire basta a questo lavoro di merda che ti tartassa l'anima, per esempio, nel mio caso.
Basta, basta, vi lascio e vi dimentico.
Vi seppellisco sotto un manto di vita secca strapassata: finalmente mi libero.
Non vi reggo più, dolorosamente stanco della vostra inettitudine, persone incapaci di godere della fortuna che il dio destino cieco vi ha riservato.
Vi detesto incappucciati come siete nella maschera più comune nell'uso di tutti i giorni: falsi!
E poi?
E poi sti gran cazzi della casa, di tua moglie che vuole passare alla villa, del mercedes che usa solo lei.
E poi sti gran cazzi delle conseguenze e del tenore di vita e delle difficoltà del mondo del lavoro.
Sarei io. Sarei fiero.
Tanto prima o poi si riparte.
...e poi?
Poi pensi a tuo figlio.
E gioco forza sei costretto a mantenerti calmo, mastichi gomme amare e pasteggi a bile rancida.
Auspichi che quel giorno venga presto.
Agogni l'ora desiderata.
E cerchi, cerchi cerchi cerchi.
Di non perderti.
E mentre piango asciutto mi godo questo sorriso enorme che mi sovrasta.
Papà, Papà, mi racconti una favola di Scooby con mille mostri e cento fastasmi?
già...
RispondiEliminae poi siamo quasi in finale,no?
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