Già in classe respiravo aria difficile, come l'amaro in bocca che ti riempie di schifo dopo il vomito.
Ma per fortuna alla quarta ora c'era educazione fisica.
E la partita a pallone, il massacro, tanto a poco per noi, ha spazzato via ogni dubbio: non ci vado.
Daniele mi fa l'occhietto mentre entra in macchina.
"Salve signora", saluto la mamma.
"Allora ci vediamo stasera..."
Ma per fortuna alla quarta ora c'era educazione fisica.
E la partita a pallone, il massacro, tanto a poco per noi, ha spazzato via ogni dubbio: non ci vado.
Daniele mi fa l'occhietto mentre entra in macchina.
"Salve signora", saluto la mamma.
"Allora ci vediamo stasera..."
Faccio finita di niente, tanto cambio idea ogni tre quattro secondi.
Non sono fatto così, di solito. Ma stavolta mi fa male il cuore.
Lei, sono sicuro, ci spero tanto, mi guardava stamattina con gli occhi dolcissimi. Nascosta dietro al libro di latino.
Maglioncino celeste, jeans chiari, chiarissimi, è davanti a me di qualche passo. Sottobraccio a Stefano.
Non sono fatto così, di solito. Ma stavolta mi fa male il cuore.
Lei, sono sicuro, ci spero tanto, mi guardava stamattina con gli occhi dolcissimi. Nascosta dietro al libro di latino.
Maglioncino celeste, jeans chiari, chiarissimi, è davanti a me di qualche passo. Sottobraccio a Stefano.
L'orda dei ragazzi in uscita si dilegua: automobili, motorini, bar, stazione, ognuno per la sua strada.
Noi dobbiamo girare adesso verso il cavalcavia ma Stefano tira dritto. E' assorto. Daje che chiacchera.
Io giro, faccio finta di nulla allontanandomi una ventina di metri.
Finalmente se ne accorge.
"Aò, me puoi pure aspettà...", mi grida venendomi incontro e trascinando pure lei...
Mi fermo, non mi sposto di un millimetro.
"Ciao eh!!!", mi fa lei scoprendo i denti e imprudenza.
Noi dobbiamo girare adesso verso il cavalcavia ma Stefano tira dritto. E' assorto. Daje che chiacchera.
Io giro, faccio finta di nulla allontanandomi una ventina di metri.
Finalmente se ne accorge.
"Aò, me puoi pure aspettà...", mi grida venendomi incontro e trascinando pure lei...
Mi fermo, non mi sposto di un millimetro.
"Ciao eh!!!", mi fa lei scoprendo i denti e imprudenza.
"Ciao Superiore, ciao. Ci vediamo lunedì. Io entro alla seconda." La guardo un attimo e poi mi rivolgo a Stefano. Scocciato, un atteggiamento ad arte. Un istante ancora ed il cuore si sarebbe sbriciolato tanto batte forte. D'istinto mi metto la mano lì dove il dolore è fitto fitto.
"Lascialo stare, è fatto così."
Si danno due bacetti per guancia ed ognuno a casa.
"Lascialo stare, è fatto così."
Si danno due bacetti per guancia ed ognuno a casa.
Alla fine ci vado.
Sono le otto quando finisco di phonarmi i capelli. Il Bomber è ancora sotto la doccia. Lo specchio completamente appannato, le scarpette buttate a terra, la borsa disfatta.
"Sicuro che non vuoi venire?", grido più forte per farmi sentire. Profumo di balsamo alla mela.
"No, no, non conosco nessuno..."
"A Warte, ma come non conosci nessuno, c'è tutta la squadra del torneo di calcetto di scuola...vabbè vabbè, ho capito!
Il problema è il cuore.
"Sicuro che non vuoi venire?", grido più forte per farmi sentire. Profumo di balsamo alla mela.
"No, no, non conosco nessuno..."
"A Warte, ma come non conosci nessuno, c'è tutta la squadra del torneo di calcetto di scuola...vabbè vabbè, ho capito!
Il problema è il cuore.
Mi chiudo, faccio il sostenuto.
Lei comunque, lo sa.
Però, non mi spiega.
Però, non mi spiega.
Mi lascia sospeso in balia del vento e degli umori: i suoi.
Citofono.
Niente.
Citofono lasciando il dito premuto.
Niente.
Poi si apre il portone. Marito e moglie in cappotto lungo e scuro. Fermo un'anta col piede.
Pensavo ci fosse più caos.
Susanna è la prima a venirmi incontro trascinandosi Stefano. "Ciao a biondo..."
Bacetto sulla guancia.
Stefano gongola.
Non dice nulla ma ride. Sapeva che sarei venuto.
Poi in rapida successione saluto Barbara, la padrona di casa, Daniele, Nando e tutti gli altri.
La cerco con gli occhi cautamente.
Appoggiandomi ad un bicchiere di coca ed una manciata di popcorn.
Un braccio sulla spalla. "Sta lì, sul divano."
E' la mia coscienza che parla? Sento le voci?
E' il bomber: "te pensavi che te lasciavo solo?!"
Potevamo prendere l'autobus insieme...
In successione mi godo- si fa per dire- Notorius e poi Vertigo. Non è il mio genere. Poi Strangelove dei DepecheMode. Sempre col braccio del Bomber che mi cinge le spalle.
Luci, pizzette rosse, musica, parole gridate, danze scatenate. Io sempre impalato.
E' il bomber: "te pensavi che te lasciavo solo?!"
Potevamo prendere l'autobus insieme...
In successione mi godo- si fa per dire- Notorius e poi Vertigo. Non è il mio genere. Poi Strangelove dei DepecheMode. Sempre col braccio del Bomber che mi cinge le spalle.
Luci, pizzette rosse, musica, parole gridate, danze scatenate. Io sempre impalato.
Penso che potevo tranquillamente starmene a casa, che sono stanco, che non mi piace giocare al suo gioco, che soffro e che sono felice di farlo...
Lenta ed inesorabile Through the barricades invade il grande salone. Non so cosa voglia dire, ma la canzone m'affascina.
Via,via, scappa, mi dice una vicina vocina ululante tra ventricolo e ventricolo. Via, via, vattene prima che possa essere troppo tardi.
Lei si alza. Dal fondo scuro del destino.
Non la vedo distintamente.
E' una pazza.
Lenta ed inesorabile Through the barricades invade il grande salone. Non so cosa voglia dire, ma la canzone m'affascina.
Via,via, scappa, mi dice una vicina vocina ululante tra ventricolo e ventricolo. Via, via, vattene prima che possa essere troppo tardi.
Lei si alza. Dal fondo scuro del destino.
Non la vedo distintamente.
E' una pazza.
La camicetta bianca svolazzante.
I capelli lunghi sulle spalle, gli occhi truccati, il sorriso convinto.
Traversa la stanza.
Non verrà mica da me?!
"Permetti, no? te lo rubo per qualche minuto..." , rivolta a Walter.
Paura.
Pensieri.
Dolore.
I capelli lunghi sulle spalle, gli occhi truccati, il sorriso convinto.
Traversa la stanza.
Non verrà mica da me?!
"Permetti, no? te lo rubo per qualche minuto..." , rivolta a Walter.
Paura.
Pensieri.
Dolore.
Che scompare insieme a tutto il resto quando lei mi prende la mano.
Balliamo lenti, io circospetto e vergognoso, rigido e tremante.Lei mi stringe le mani al collo, calde e morbide.
Le cingo i fianchi impacciato.
Mi conduce in questo mare senza pensieri, in questo liquido di vita appena assaggiata che si perderà per sempre tra pochi secondi...
Father made my history
He fought for what he thought
Would set us somehow free
He tought me what to say in school
I learned off by heart
But now that’s torn in two
"Superiore, sei bella..."
Non sono io che parlo, sono sicuro che non sono io.
Alza gli occhi, laghetti alpini celesti nei quali affogo, abbassa lo sguardo, non dice nulla e mi stringe forte.
"Mauro?"
Me lo indica con lo sguardo, lì verso il divano.
La musica finisce, il gioco pure.
Saluto tutti.
Torniamo a piedi con le borse a tracolla, i piedi che reclamano il letto.
Il Bomber, faccia rotonda e capelli lunghi corvino che coprono gli occhi, si sfoga.
"Mò che te ce fidanzi, ce pensi ancora agli amici?", e ride forte, con la sua risata a volte sguaiata ma genuina.
Ciondola il capoccione come per dire che lo sa che non sono uno stronzo.
"La Superiore sta bene così."
Laconico.
Io non me lo spiego. Lui era seduto a cinque metri da noi che rideva e beveva sprite coi suoi amici. E lei che fa?! Viene ad invitare me a ballare. E balliamo al centro della sala e tutti a guardarci.
E' un pensiero che tengo per me ma evidentemente Walter lo capta e ci cavalca sopra.
"Certo che un pò strana è...l'amica tua."
M'addormento sulla sigla finale di Fantastico 7, chi è quella gran fica, la Martines?
Ho sempre preferito i Duran Duran agli Spandau Ballet.
RispondiElimina;-)
Guccini e De Andrè me l'anno passato geneticamente i miei genitori; ce li avevo direttamente nel sangue alla nascita. In un primo periodo da ragazzo sono stato un sorcino... Poi ho "incontrato" la musica dei Pink Floyd...
RispondiEliminaGrazie Fly