domenica 28 marzo 2010

La lettera colorata

Antonia Perna Storelli, mia madre, muore il 19 Novembre del 2008.
Io con lei.

Quello che leggerete è quanto produce da quella nera notte la mia mente disordinata.
La mia speciale non elaborazione del lutto.
Il mio nome è Massimiliano Storelli e di notte non dormo.

sabato 20 marzo 2010

Il treno

Ho sempre pensato che l'aereo sia un mezzo troppo rapido:
adesso sono a Rodi ad esempio, e dopo un paio di ore a Roma.
Altra aria, altro cielo, cose profumi mare, tutto diverso.
E senza il tempo di abituarsi.
Incontri altra gente, quella che vedevi due ore prima non hai possibilità di incrociarla per strada.
Nemmeno per caso e nemmeno volendo.
Altri negozi, altre luci, altri marciapiedi, altra storia.

Non che abbia fatto tanti viaggi in treno, ma fra tutti è il mezzo che preferisco.
Ne ricordo uno da Roma ad Amsterdam. Avevo quattordici anni ed andavo a trovare mio padre che lavorava a Scheveningen, stava ristrutturando una villa.
Ero solo e bambino, ma mia madre si fidava già allora.
Ero solo ed avevo tutte le ore possibili per pensare.
Ero solo ma non avevo paura.
E mentre il treno traversava a volte rapido, a volte lento come un mal di pancia paesi e città, vedevo gente diversa, muri e scritte, stazioni e uomini, cieli ed alberi cambiare. Ed il cervello aveva tempo di abituarsi, di calcolare, di studiare i cambiamenti. In qualche maniera prendere coscienza che scendendo in qualunque posto dopo aver lasciato Roma- Termini non c'era nessuna possibilità per esempio di abbracciare mia madre o mia sorella.
Ma solo d'incontrare nuova vita.

M'immagino la morte come fosse un treno.
Che mi dia la possibilità di abituarmici.
Di salutare con calma da un finestrino abbassato, magari in silenzio, magari piangendo lacrime agrodolci.
M'immagino la morte come un piccolo infinito viaggio attraverso nuove ed impensate conoscenze.
M'immagino di ritrovare mamma ed amici che sono scesi o saliti prima.
M'immagino e ci piango anche adesso gli abbracci sul predellino.
Vieni, sali, piangi e viaggia: noi siamo con te. Ancora e sempre.

M'immagino un viaggio lento, luci che mi sorprendono, città che si alternano.
Senza paura.

sabato 13 marzo 2010

Tredici Marzo

E c'ho lasciato il cuore sulla tua bocca
e non si stacca
e non si stacca
E c'ho lasciato l'anima fra le tue mani
tu che mi ami
io che amo te
E c'ho lasciato gli occhi dentro i tuoi occhi
quando mi blocchi sulla tua porta
ma non importa
è sempre aperta
perchè ti amo
perchè mi ami
E mi allontano
i passi stanchi
che già mi manchi
E gli occhi spenti
contro vento
fa tanto freddo
ma non lo sento
perchè ti amo
E c'ho lasciato il cuore sulla tua bocca
quando mi sfiora
quando mi tocca
mi fa volare
senza pensare
senza guardare
E c'ho lasciato le mani sopra il tuo mare
ingoio onde
e mangio sale
mi lascio affogare
non so vedere
non so respirare
senza di te